C’è un livello di consapevolezza nell’uso del medium che solo a pochi a concesso raggiungere. Poi si possono creare opere in cui tutto funziona alla perfezione anche senza conoscere alcunché delle basi teoriche, affidandosi unicamente all’istinto: il risultato finale può persino essere inconfondibile da quello di chi è invece nel pieno della consapevolezza artistica. A quel punto, la differenza si può percepire solo quando si chiede all’autore di parlare di ciò che ha realizzato e come lo ha realizzato. Nel caso di LRNZ, è difficile decidere se sia più appagante perdersi nelle sue tavole di Geist Maschine vol. 1, o ascoltarlo raccontare come le ha realizzate. 

Il suo intervento alla Feltrinelli di Piazza Piemonte a Milano parte da lontano. “Iroaki Samura (celebre mangaka, ndClod) ha svolto uno studio sulla gestione del tempo di lettura in un fumetto.” Michele Foschini, il direttore editoriale di Bao, gli ha appena fatto notare come Geist Maschine vol. 1 sia un fumetto differente dalle sue opere precedenti (Golem e Astrogamma), più denso, che si legge meno rapidamente. Per rispondere LRNZ, nome d’arte di Lorenzo Ceccotti, parte da lì, da Samura e dalla teoria dell’arte grafica: “Il fumetto viene canonicamente chiamato arte sequenziale perchè quello che raffigura è tempo spalmato sulla spazio. È una conversione di spazio in tempo. Samura riesce a controllare lo scorrere del tempo di lettura attraverso la griglia. L’addensarsi delle vignette costringe il lettore a rallentare“. 

Eppure nelle pagine di Geist Maschine questa variazione non c’è. Al di là di rare eccezione rappresentate per lo più da splash page, lo schema con cui è costruita la tavola è sempre lo stesso: c’è un’immagine che fa da sfondo su cui si innestano una manciata di vignette, in un dialogo reciproco che coinvolge il fronte e il retro. Lo spazio bianco, quello che nel linguaggio fumettistico inghiotte la dimensione spaziale per consentire il movimento temporale, qui è assente. LRNZ ha fatto suo lo studio sulla scansione temporale di Samura e l’ha introiettato, dallo spazio tra le vignette a dentro le vignette. “Quando voglio rallentare il lettore addenso i dettagli. Ci sono avvenimenti che avvengono in penombra e ti costringono a fermarti e guardare. E poi il non sequitur, una tecnica molto usata nel cinema che consiste nel presentare dal nulla un evento fuori contesto: il lettore non capisce, si blocca, torna indietro“. 

Geist Maschine

Un approccio di questo tipo però non sarebbe possibile senza un controllo totale del processo produttivo.Sono stato presente in tipografia per verificare la resa di stampa: ci sono ad esempio dei marroni scurissimi che devono vedersi sul nero. C’è un patto di interpretazione del tempo tra autore e lettore che deve tenere conto anche dei limiti tecnici, e del formato finale.

Sotto la tecnica, o meglio attraverso la tecnica, c’è poi il risultato che rimane sulla pagina, il mondo post apocalittico di Geist Maschine e i legami tra gli adolescenti che lo popolano. Gli adulti escono di scena presto: sono i genitori di Len e Sol, vittime nelle prime pagine di un incontro con la natura feroce nel tentativo di portare i figli verso Otan, mitologica civiltà dove si dice la civiltà umana si sia preservata dal morbo. Ai due giovanissimi non resta accettare riluttanti l’offerta di aiuto di Aiden che con le sue frecce e il suo rifugio ha imparato da solo l’indispensabile arte della sopravvivenza. 

Come in passato, la natura e la tecnologia sono due tematiche che attraversano trasversalmente l’opera di LRNZ. In quel che resta di una Roma (“Scrivo di ciò che conosco e vivo“, spiega parlando dell’ambientazione) distrutta da una catastrofe che in questo volume non viene svelata, ma la cui origine si fa risalire a un bambino nelle prime pagine, il verde del fogliame non più limitato dall’opera dell’uomo si estende a perdita d’occhio. Sotto cieli azzurri come quelli dei videogiochi SEGA la natura si è ripresa i suoi spazi, come avremmo detto qualche mese, ma il concetto di natura di LRNZ è lontano da quello idilliaco o comunque positivo a cui abitualmente associamo il ritorno del verde. La natura è la natura, ineluttabile, e segue le sue regole che esulano dal nostro concetto di giusto o sbagliato, come scoperto loro malgrado dai genitori di Len e Sol. 

Geist Machine

Poi ci sono le macchine, che con LRNZ assumono spesso la forma di grossi robottoni. Il Geist che dà il titolo all’opera è proprio questo, un gigantesco robot antropoformo (dal nome europeo, una fascinazione tipica di questo tipo di storie in Giappone), residuo evidentemente di un’epoca passata, che diviene il nuovo rifugio di Len, Sol e Aiden, fino all’arrivo di Airene, ragazzina che finirà per scardinare parecchie convinzioni del trio, alterando i rapporti venutisi a creare fino a quel momento. 

Lo sguardo di LRNZ verso l’oriente è una cifra stilistica, che va oltre i robottoni e parte da coordinate ben definite, che per lo meno in questo volume si possono far partire da quelle di Conan, il ragazzo del futuro. Quello dell’autore romano, però è un lavoro di sintesi, che cuce insieme stili e rimandi e poi ci aggiunge un suo tratto unico. Il caso emblematico è quello del senso di movimento, che LRNZ non rende attraverso le linee cinetiche, ma usando altri segni. “Il modo in cui disegno il movimento non ha i grafismi tipici, ma parte dalle conseguenze logiche del movimento: la piega dei vestiti, dei muscoli, l’aria. Il mio obiettivo è togliere quello che sarebbe pesante, togliere di mezzo il medium. Questa cosa è un po’ una sintesi tra oriente e occidente“.

Il lavoro di sottrazione di LRNZ produce comunque un universo narrativo sconfinato, per quanto al lettore sia concesso di avventurarsi poco sotto la superficie. Come nei western o nel Blade Runner di Scott, due riferimenti citati dallo stesso LRNZ in cui quel che si vede è di fatto poco, ma lascia intendere molto di più, un di più che il fruitore finisce per costruirsi.

Non ha dovuto immaginare nulla, invece, chi ha seguito l’opera in divenire su Twitch, la bottega su strada di LRNZ dove ha disegnato in live tutte le tavole di questo primo volume. Tutto in presa diretta, senza possibilità di errore: come sostiene Gareth Jones, il nastro migliora la musica perchè durante la registrazione sai che lì dovrai dare la versione migliore, così accade in streaming. Per LRNZ è il suo libro disegnato meglio, e non può essere un caso. Non lo è nemmeno il fatto che alla presentazione siano passati diversə ragazzə della sua community Twitch per presentarsi di persona, salutarlo; qualcuno porta un pensiero, un libro o un disegno, come fosse la riunione di una famiglia allargata. 

Familiare è anche il termine scelto da LRNZ per descrivere questo primo volume della sua trilogia di Geist Maschine e a lettura conclusa mi sembra semplicemente perfetto nel dare il giusto risalto, tra tutto ciò che succede e tutto ciò che di meraviglioso si osserva, alla lenta e certosina costruzione dei rapporti tra il trio dei protagonisti. Per i prossimi due, in uscita nei prossimi anni, gli aggettivi scelti sono, nell’ordine, picaresco ed esplosivo. Ci sarà da aspettare per leggerli, ma nel frattempo la densità di Geist Maschine Vol. 1 è tutta qui, in attesa di essere esplorata. 



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Claudio Magistrelli

Pessimista di stampo leopardiano, si fa pervadere da incauto ottimismo al momento di acquistare libri, film e videogiochi che non avrà il tempo di leggere, vedere e giocare. Quando l'ottimismo si rivela ben riposto ne scrive su Players.

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